I frutti della salute da coltivare anche in vaso

La coltivazione del mirtillo si sta diffondendo molto e il motivo del successo è da ricercarsi nelle proprietà benefiche delle piccole bacche. Infatti i frutti, oltre a essere buoni, sono ricchi di antiossidanti, utili per ritardare il processo di invecchiamento, e di tannini, sostanze che migliorano la tonicità delle pareti dei vasi sanguigni.

Coltivazione del mirtillo: il terreno

Il mirtillo è una pianta acidofila, quindi è necessario che il Ph del terreno sia compreso tra  4,5 e 5 e che abbia un buon drenaggio. A seconda delle varietà, le dimensioni variano dai 40 cm fino anche ai tre metri e si presta a essere coltivato anche in vaso. Forma dei cespugli molto ornamentali e semplici da tenere ordinati che possono decorare i giardini, balconi e terrazzi.

Coltivazione del mirtillo: concimazioni

E’ importante assicurare alle piante una corretta nutrizione fin da subito. La prima concimazione di fondo si attua al momento dell’impianto e si può utilizzare un buon compost maturo oppure  Solabiol Orti e Giardini con Natural Booster alla dose di 100 g/m².

Una o due volte all’anno si può aggiungere sostanza nutritiva , utilizzando concimi specifici per acidofile e magari apportare torba acida.

Anche l’irrigazione è molto importante: il mirtillo ha radici superficiali e richiede quindi un frequente apporto idrico. Visto che è una pianta acidofila si deve fare attenzione a non utilizzare acqua calcarea.

Nei primi due anni le piante non richiedono molte cure se non rimuovere i fiori per favorire lo sviluppo dell’apparato radicale ma le piante in commercio di solito hanno più di due anni.

Coltivazione del mirtillo: potatura

Per avere una buona produttività è necessario che la pianta venga potata correttamente. Nei primi due anni l’operazione di potatura si limita alla rimozione dei polloni basali e all’eliminazione delle ramificazioni deboli e meno vigorose identificando le 4 o 5 ramificazioni migliori che saranno le branche principali.

Dal quarto anno inizia la potatura vera e propria con tagli di ritorno sulle branche principali e su quelle secondarie. Si eliminano:

  • i rami più vecchi (4-5 anni) che non sviluppano germogli vigorosi
  • i rami più fini e deboli che riempiono l’interno del cespuglio e i rami secchi e danneggiati
  • i rami bassi e troppo laterali e i rami che si sono piegati per il carico dei frutti

In generale le varietà più produttive sono quelle con grossi germogli e lunghi.

Quando il cespuglio invecchia eccessivamente, può essere rinnovato con un taglio raso terra delle branche, normalmente effettuato in inverno; l’anno successivo si scelgono i germogli più promettenti per riformare il cespuglio.

Coltivazione del mirtillo: avversità

I mirtilli sono piante piuttosto rustiche e facili da coltivare ma spesso può capitare di osservare le foglie di mirtillo perdere il loro classico colore verde e ingiallire, un classico sintomo della clorosi ferrica, una carenza nutrizionale che si può risolvere fornendo chelato di ferro nel terreno e assicurandosi che il terreno mantenga un Ph basso.

I mirtilli possono essere soggetti a altre patologie come:

  • Marciume radicale da Armillaria  che si manifesta con un lento e progressivo deperimento della pianta e scarsa vegetazione, in autunno, si evidenzia un  arrossamento precoce delle foglie. Nelle radici, sollevando lo strato corticale, si può notare il tipico micelio bianco del fungo. In questa situazione si deve rimuovere la pianta infetta e quelle adiacenti, con tutto l’apparato radicale. 
  • Cancri rameali e disseccamento delle gemme. Le gemme a fiore diventano marroni e muoiono, segue imbrunimento e necrosi della corteccia. Ferite meccaniche e danni da freddo rendono le piante più suscettibili all’infezione. Per prevenire le infezioni è importante eliminare tutti i rami infetti e disseccati. Trattamenti con prodotti rameici alla caduta delle foglie e alla ripresa vegetativa riescono a contenere la diffusione del patogeno.
  • Antracnosi Il patogeno attacca principalmente i frutti che al momento della maturazione diventano molli, marciscono e si ricoprono di un essudato rosato. Si consiglia di garantire un buon arieggiamento della pianta e di eliminare i frutti infetti. In caso di forte incidenza della malattia si può intervenire con prodotti rameici.
  • La muffa grigia può creare problemi soprattutto in presenza di piogge persistenti, i fiori diventano scuri e si ricoprono di muffa grigia. Sui frutti il sintomo si evidenzia in fase di post raccolta. Per contrastare questa malattia funginea è importante trattare per tempo, anche in questo caso, con un prodotto a base di rame.
  • Lepidotteri defogliatori. Un segnale caratteristico della presenza delle larve di questi insetti sono i resti di gemme o fiori appesi a sottili fili di seta. Se l’infestazione è intensa può impedire lo sviluppo della pianta. Il controllo si effettua con spinosad, un solo intervento può essere sufficiente, al ritrovamento dei primi danni.
  • Afidi. Le infestazioni si osservano soprattutto da inizio estate; le colonie si concentrano sugli apici dei germogli e polloni. Molto più pericolosa però è la produzione di melata, che accompagna le infestazioni di afidi. Va tutelata l’attività dei predatori naturali, che danno un prezioso contributo nel controllo delle popolazioni di afidi. Inoltre piante equilibrate dal punto di vista nutrizionale sono anche meno sensibili alle infestazioni. Contro afidi si può intervenire con piretro naturale, sapone di marsiglia o loro diverse combinazioni. 
  • Cocciniglie. Nel caso di forti presenze si può riscontrare abbondante produzione di melata, le piante risultano indebolite e talvolta può manifestarsi un notevole anticipo nella caduta autunnale delle foglie. Si può intervenire con Solabiol Olio Bianco Vegetale di Soia